La notte sfoglia
le pagine insanguinate,
che l’alba inciderà
con lettere maiuscole.
Perchè bevo la paura
insieme al latte?
Il sorriso è una maschera,
che non riesco a capire.
Nel cielo di Sofia scoppia un temporale,
il vento scava con le dita nere,
la neve non pensa ai vizi,
sotto il suo calore
la città si disperde …
Adesso e mai prima di ora
la morte è cosi conosciuta.
Prende il suo caffè lì, di fronte
attraversa la strada,
ma non l’oltrepassa.
Non dire niente,
non strappare il giornale,
la lacrima è una dama inutile,
dalle spalle coperte della tristezza
di una gloria spezzata.
Vai, non fermarti a raccontare,
la notte sentirà tutto
dal sussurro al rombo,
dal fuoco al dolore,
da ciò che ci unisce
a quel niente che ci separa.
Questo poema in bulgaro
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